Mare posto al sicuro

DI ALBERTA BARZAGHI

Il mio mare è quello dell’infanzia fatto di spensieratezza, giochi con gli amici, con i cugini, lotte a bordo dei canotti fingendoci pirati, corse sulla sabbia per recuperare i buoni regalo lanciati sulla spiaggia da un aereo sponsor, picnic sotto l’ombrellone, gare di castelli di sabbia e il tempo che scorre morbido senza increspature nemmeno quando a fine estate il mare si agita.

E arriva ottobre. 
È quello dell’adolescenza non privo di rugosità su quel morbido. Con qualche pena d’amore con qualche prova costume in più, con qualche litigio per trattare l’orario di rientro della serata. Baci rubati dietro le cabine, batticuore sulla spiaggia di sera, ritrovarsi davanti a un jukebox a cantare e a ballare le canzoni anni ’70. Kilometri e kilometri sul lungomare alberato, avanti e indietro, compiacendosi dei complimenti e dai pedinamenti dei ragazzi.

Poi c’ è il mare della maternità, stessa spiaggia stesso Mar Ligure, stessa voglia di far assaggiare e assaporare alle mie figlie ciò che già era sedimentato nelle vene della loro madre. Costumini sfiziosi, prendisole frivoli, tuffi, spruzzi, docce, chupa chups. I rimproveri di Emilio, il bagnino, perché sempre al rubinetto a riempire i secchielli. Colazioni consumate al bar con indosso costume e sandaletti, leccando con avidità il cucchiaino, come fosse un gelato, la schiuma del cappuccino.
Conteggio delle boe fatte nuotando per poi rimpinzarsi di focaccia calda e unta. Giri e giri in giostra dopo cena per acchiappare quel codino infelice che penzolava inerme sui cavallini che danzavano.
E quei lumini della sera di ferragosto che facevano bagnare i piedini alle bimbe per poi ritrovarle completamente immerse nel mare e nella gioia. 

Poi c’è il mare della consapevolezza, della rinascita. Il mare dell’isola d’Elba. Il MIO mare. Il mare che mi entra dentro e mi amalgama con lui come l’impasto di una torta. Lo guardo, ci parlo, lo amo, mi riempie, mi fa compagnia, mi fa sentire migliore, ricca, come se non mi servisse altro. Io e lui. Con i suoi veri colori, i suoi profumi, la sua complicità, la sua genuinità, la sua generosità. I miei amici: Salvatore che tutte le mattine rientra al molo col pesce fresco profumato di alto mare, Mingo che mi accoglie allo Sporting club Marciana Marina con un abbraccio e sempre sorridente, Massimo che mi regala mazzolini di fiori di zucchina e collane di pomodori del suo orto che profumano di sole, Diego il pasticcere del Bar La Perla che mi aspetta al mattino per servirmi col caffè la brioche più cotta riservata per me, Stefy che mi fa da partner nei tornei di burraco in piazza della Chiesa. 
Ecco.