Figlia di un Vulcano

DI REBECCA PESCE

Quando finalmente ritorno da te cado e mi abbandono ai tuoi piedi, mi tuffo nella tua acqua blu, rimango giù fino a quando non ho più aria nei polmoni poi risalgo per respirarti e portarti dentro di me.

Quando mi allontano da te per ritornare alla mia vita conservo quel respiro che si traduce in un’emozione multi sensoriale. Lo porto dentro come il più prezioso dei doni, che proteggo e custodisco dentro di me per tutto l’anno.

Ogni tanto, sopratutto i primi giorni lontana dalla mia Stromboli, apro quella valvola che collega il cuore, lo stomaco, la testa ed i polmoni per rivivere tutto e sentirmi viva, lì bagnata dalle tue acque, avvolta dal tuo vento, protetta dalla tua nuvola bianca.